
Viviamo nell’era dell’esperienza social e non. Le persone comprano quello da cui sono attratti in base alle sensazioni e alle esperienze che vivono già partendo dai social. Io l’ho vissuta con Pescaria. Oggi ve ne parlo e vi do e qualche consiglio su come provare a farla simili seguendo l’esempio di Pecsaria.
Pescaria è il nome di una catena di fast food di pesce, conosciuto per questi super panini che fanno venire l’acquolina in bocca solo a vederli.
Si possono definire un social street food restaurant, da come hanno usato i social media per farsi conoscere, amare e promuovere. Un’esperienza che parte dal sud, da Polignano a Mare ed arriva fino al nord.
AMORE A PRIMA VISTA
Di base Pescaria parte da un ottimo progetto con alle spalle uno chef che sa il fatto suo ed un’agenzia di comunicazione e marketing. E’ già una buona base di partenza, ma non è solo questo a decretare il suo successo.
Dal giorno uno hanno sfruttare la modernità dei social alla territorialità senza tempo della Puglia e la genuina abbondanza del cibo.

Sono una persona a cui piace sia mangiare che cucinare. Mi piace però anche andare a mangiare fuori. Sono legata a tutte le tradizioni culinarie.
Ho conosciuto i panini di Pescaria, attraverso Facebook. Mi ha raggiunto tramite una pubblicità sponsorizzata: era un periodo che io e mio marito cercavamo i slow fast food, e ci piaceva sperimentare un mangiare diverso, più attento agli ingredienti, alla località delle materie prime etc.
ESPERIENZA SOCIAL FOOD
La foto mostrava un panino con all’interno il polpo fritto e una salsina verde e un condimento bianco che ho letto dopo era la burrata. Un misto di sapori presentati come se fosse il classico panino dei più commerciali fast food ma con un tocco in più: il mare. Lo sfondo che fa sognare tutti un panino mangiato fuori da un piccolo locale che si affaccia su una piccola spiaggia tra gli scogli. Se non avessimo avuto i bambini troppo piccolo per affrontare il viaggio Cuneo Polignano a Mare, le vacanze le avremmo fatte lì solo per quella foto è solo per mangiare un loro panino.
L’esperienza del cibo è tra le più potenti che ci possano essere, ma anche la più difficile e rischiosa, se la realtà non soddisfa poi le aspettative.

Sono riusciti a creare quella situazione a cui aspiri: un buon panino bello farcito, in un luogo da sogno che non sia oltreoceano. Hanno lavorato molto visivamente a livello di marketing, e di design mettendo al centro della loro comunicazione il territorio ed il loro prodotto.
Si narra di code di ore e ore ad aspettare un panino ma di quanto ne valesse la pena.

SOCIAL MEDIA MARKETING ESPERIENZIALE
Questo è il marketing signori. Creare un’esperienza ancora prima di viverla.
La loro comunicazione sui social è “molto semplice” ma cattura, racconta ricette, sapori, profumi, sensazioni, territorialità, tradizione e modernità, racconta le storie dei clienti.
Sulle pagine Facebook, ed Instagram spesso ri-condividono i contenuti delle persone che hanno mangiato da loro. Trovo questo molto bello perché gli permette di avere un feedback diretto e di far sentire importanti i loro clienti.
Come esseri umani vogliamo tutti sentirci importanti anche solo per un po’ per qualcuno. Ai tempi dei social media poi, quell’attimo di soddisfazione nel vedere ri-condiviso un proprio contenuto è una cosa ancora più importante.
Torniamo alla nostra esperienza. Quando siamo riusciti finalmente ad andare da Pescaria erano passati un po’ di anni e avevano aperto due locali a Milano. Un giorno siamo andati a Milano al museo della Scienza e delle Tecnologia, ma non avevamo idea di dove avremmo mangiato. Non lo avevamo programmato ma quando abbiamo capito che eravamo vicini non ci siamo fatti scappare l’occasione. Abbiamo camminato a piedi dal museo e quando abbiamo visto l’insegna da lontano ci sembrava un sogno. Siamo stati fortunati perché non abbiamo fatto coda (era agosto) entrati era come c’è lo aspettavamo: luminoso, semplice e ricordava tantissimo il mare. Abbiamo ordinato un sacco di roba con grande stupore e preoccupazione della cassiera che temeva non riuscissimo a mangiare tutto per via delle porzioni abbondanti. Noi ci eravamo già fatti un’idea dopo anni a sbavare ed immaginare sui loro social, ed ora volevamo provare più cose possibili.
Avevamo letto recensioni di ogni sorta. Interpretare le recensioni non è mai facile, in generale cerchiamo sempre di essere obiettivi, e non farci scoraggiare.Non sempre le recensioni sono veritiere soprattutto quelle sul cibo. La maggior parte di quelle negative lamentavano la troppa attesa, il prezzo, il pesce non troppo buono, la cozzaglia di sapori, l’attesa nel servizio delle consegne. Tutti elementi importanti ma per noi anche personali:
- l’attesa essendo pesce cucinato ci vuole del tempo, anche se alcuni panini e piatti prevedono il pesce crudo c’è un tempo di preparazione e altre persone prima, e poi vale l’attesa? Per noi si.
- il prezzo è caro: dipende da come sei abituato a mangiare. Se pensi che il top del cibo buono sia l’all you can eat allora be mangiare da Pescaria ti sembrerà di spendere davvero tanto. Il fatto che si uno fast food non vuol dire che debba essere economico, considerando che mangi pesce, e che in molti ristoranti nelle località di mare spendi molto di più per mangiare pesce surgelato. Insomma alcune recensioni negative insoddisfatte erano solo fuori target.
Mangiare quel panino è stato fantastico.
Sono tornata a mangiare altre due volte da Pescaria, questa volta a Torino. Locale più grande ed esperienza diversa, ma prodotto sempre top.
COSA CI INSEGNA
L’esperienza Pescaria insegna che per avere una buona comunicazione sui social, devi avere un buon panino, scusate un piano, conoscere il tuo target, comunicare il tuo prodotto anche attraverso il tuo territorio, farti aiutare da qualcuno di esperto per aiutare la comunicazione e soprattutto avere un offline che rispetti le aspettative che crei online. Soprattutto non devi dimenticarti delle persone senza di loro il tuo business non si sostiene da solo.

Come puoi fare la stessa cosa anche tu:
- se usi Instagram trova ed usa gli hashtag del territorio;
- fai foto in cui ritrai i tuoi prodotti ( ovviamente se possibile) in alcuni luoghi significativi del tuo territorio; funziona sia che tu abbia Instagram che Facebook;
- crea un piano, una strategia, facendoti aiutare da una professionista;
- coinvolgi le persone chiedendo cosa pensano, preferiscono. Rendili partecipi in qualche scelta riguardante la tua attività, ad esempio il nome di un tuo prodotto o servizio.
Ora sono curiosa di sapere: hai mai vissuto un’esperienza iniziata sui social e poi continuata nella vita vera, se si come è andata? Se invece non hai vissuto nulla di simile come ti immagini di viverla?
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