Le regole da seguire per costruire un marketing inclusivo in modo intenzionale
Tommy Hifigher, ha lanciato per la prima volta nel 2007 Tommy Adaptive, una collezione con lo scopo di rendere la moda più inclusiva solo per le persone con disabilità.All’inizio fu introdotta solo la linea per i bambini . Successivamente anche le linee donna e uomo.
Lo stesso Tommy Hilfigher ha dichiarato”La democratizzazione della moda è uno dei valori fondamentali su cui è stato fondato il marchio. La collezione Tommy Hilfiger Adaptive continua a basarsi su quella visione di inclusività, trasformando il modo in cui l’industria della moda definisce la diversità rispondendo alle esigenze delle persone con disabilità”.
Cosa ci può insegnare Tommy sull’intenzionalità nel marketing inclusivo
Siamo intenzionali quando abbiamo capito cosa sono davvero diversità e inclusione per noi e la nostra attività, quando capiamo chi stiamo escludendo e quanto sia importante che tutte le voci vengano ascoltate iniziando a sfidare lo status quo: e qui si diventa quello che io definisco business ribelle.
Per essere intenzionali bisogna imparare ad ascoltare le persone, e capire in che modo non le stiamo prendendo in considerazione.
- La prima domanda da farsi è propria questa: chi stiamo escludendo? Quali persone, o chi pensiamo di includere, ad esempio quando diciamo tutti non è davvero così. Ma anche quando diciamo tutte le donne, non è proprio così. Dobbiamo cercare di essere più specifici e andare più a fondo, non solo delle caratteristiche demografiche.
- L’inclusione è come decidiamo di accogliere, vedere, considerare le persone che stiamo escludendo, e la domanda da porsi qui è come? Cioè come vogliamo farle sentire?
- Successivamente sarà importante, chiarire e approfondire di più sulle persone che vogliamo includere, sui loro bisogni, su come vogliono essere rappresentate, l’ascolto qui è essenziale. Qui la domanda da farti è cosa? Cosa manca, che tipo di prodotto, servizio, comunicazione, manca, che i concorrenti non stanno proponendo?
Immagina di avere una persona a te cara, a cui vorresti tanto regalare un capo di abbigliamento, un jeans ad esempio, perché vede questo modello su molte persone e lo vorrebbe anche lei Immagina che questa cara persona, non abbia caratteristiche fisiche tali da permetterli di poter scegliere gli stessi jeans: cerchi un modello che si adatti a lei, ma non lo trovi. Poi scopri un attività specializzata che produce jeans per la fisicità della persona che ti è tanto cara. Sicuramente ti renderà felice averli trovati, ma immaginati di trovare questa soluzione solo perché incappi in una ricerca specifica per il tipo di fisicità.
Quando dico che bisogna valorizzare la diversità, intendo dire che bisogna creare delle opzioni mainstream, perché la normalità è un costrutto sociale. Quello che Tommy Hilfigher ha fatto con la collezione adaptive è stato questo: portare questa opzione al mainstream unendo moda e funzionalità offrendo abiti che si adattano a chi li indossa e a diversi tipi di corpi. L’abbagliamento adattivo, è un tipo di abbigliamento progettato in modo specifico per le persone con disabilità che hanno difficoltà a vestirsi in modo indipendente, o per chi ha problemi sensoriali, e sono sensibili a determinate trame e materiali. Questi indumenti usano caratteristiche diverse come chiusure in velcro, bottoni magnetici, ma mantengono l’aspetto esteriore bello e del brand.
La collezione Tommy Hilfigher Adaptive è stata fatta in collaborazione con un organizzazione che si chiama no-profit Runway of Dreams, che ha collaborato con Hilfiger sui modi per rendere al meglio i vestiti adattivi. Un altr modo di essere intenzionale: collaborare con chi si vuole includere per avere conoscere quelle comunità da vicino, fare in modo che siano loro a dirci come vogliono essere incluse, come vogliono essere rappresentate.
Di questo argomento trovi quil’episodio di riferimento del mio podcast Inclusivo Plurale
Guarda il filmato della campagna qui sotto e vai qui per la collezione completa.
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