Lasciare i social si o no?

28 Apr 2019

Poche settimane fa, Lush UK annunciò la chiusura dei  suoi canali social dicendo così “siamo stanchi di lottare con un algoritmo, per poter apparire nei feed dei loro potenziali clienti”.

I social oggi sono una scelta obbligata ed indiscutibile se hai un’attività e vuoi farti conoscere.

COSA VOGLIONO LE PERSONE

Le persone si fidano di più delle recensioni online fatte da sconosciuti che non del consiglio del vicino di casa o del proprio parente. Fanno parte di community dove si scambiano pareri, consigli, opinioni. Attraverso i social si sentono liberi di poter esprimere ciò che pensano ed hanno la possibilità di sentirsi più vicini all’azienda, se questa sa comunicare con loro.

Stando sui social dobbiamo capire molto bene che il marketing è cambiato, oggi il target, i potenziali clienti, le persone, sono parte integrante dei processi decisionali di marketing. Sono io attività che “mi faccio influenzare” da ciò che dice la gente e non più il contrario.

Ecco che i due elementi più importanti diventano:

1) conoscere il proprio pubblico

2) creare interazione tra noi e chi ci segue ( target )

Se parli con il tuo pubblico riuscirai a farti conoscere e vendere di più. Inizia a creare un rapporto di fiducia on line. Sapere chi sono, cosa fanno, cosa gli piace, dove vivono ci permette di interagire con loro, conoscerli meglio ed intercettare i loro bisogni. Usare i social come vetrina è la cosa più sbagliata che si possa fare. Perchè non è quello che vendi che fa la differenza, ma la capacità di creare contenuti utili in grado di ispirare, informare, intrattenere e consigliare. Non sono i numeri di like e follower che contano ma quante persone parlano con te, scrivono, condividono, taggano gli amici sotto i tuoi post.

LASCIARE I SOCIAL E’ SBAGLIATO

Secondo me la scelta di Lush UK é sbagliata: “ non ottengo ciò che voglio gratuitamente allora lascio perdere”. I social richiedono, tempo, propensione all’ascolto, conoscenza, e capacità a farsi aiutare in caso di bisogno. Gratis non vuol dire facile

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Mi chiamo Sambu. Sono una designer di cambiamento, cioè guido le persone nel processo di costruzione e creazione di un marketing inclusivo con una lente antirazzista.
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