L’audacia del cambiamento

Viola Davis, una delle mie attrici preferite, durante la premiazione agli Oscar di qualche anno fa disse:

“L’unica cosa che separa una donna nera dagli altri è l’opportunità”.

In quanto donna so quanto è difficile poter avere le stesse opportunità di un uomo, ma ti assicuro che in quanto donna nera è ancora più difficile. Parlare di D&I (diversità e inclusione) in termini intersezionali non è una gara a chi sta messo peggio. Significa piuttosto prendere coscienza di un problema di accesso, opportunità e ascolto, che si faccia carico di assicurare reale considerazione e autentica rappresentazione, con cambiamenti consapevoli nella realtà quotidiana. 

Parliamoci chiaro: negli ambienti lavorativi, ma anche nelle strategie di marketing, la presenza di gruppi minorizzati è sempre molto bassa. 

Ecco perché, proprio in virtù del fatto che sono una donna nera, ho deciso di lavorare sull’inclusione, per aiutare le persone a rendere il proprio marketing e la propria comunicazione più inclusive dal punto di vista razziale ed etnico.

Avrai sentito spesso in questi ultimi anni parlare d’inclusione, ma spesso a sproposito, o in modo confuso o molto generico. Una cosa importante che devi sapere dell’inclusione è che non è un tendenza o una moda, né un modesto atteggiamento ‘politicamente corretto’.

L’inclusione è una pratica necessaria, un interruttore che una volta acceso non va più spento. È un cambiamento coraggioso e audace. 

L’audacia del cambiamento, proprio come il titolo di questa guida.

Secondo l’affidabilissimo, per me, dizionario Treccani, l’inclusione è:

L’atto, il fatto d’includere, cioè d’inserire, di comprendere in una serie, in un tutto (spesso contrapp. a esclusione).

In pratica è far sentire una persona accolta, anche quando ‘diversa’. Ma è anche un processo mentale, pratico, consapevole, intenzionale e dichiarato che va compiuto con la guida di chi è preparatə e ha esperienza reale di vissuto. Il punto di vista delle persone titolate sull’argomento è unico e prezioso, e non può essere sostituito dalle conoscenze formali di persone che non appartengono a minoranze razzializzate.

Si delineano così i principali obiettivi:

Eliminare ogni forma di discriminazione, pregiudizio e stereotipo;

Spingere al cambiamento del sistema culturale e sociale in cui si vive per favorire la partecipazione e rappresentazione di tutte le persone, con le loro diversità;

costruire contesti a cui tutti possano accedere, sentirsi accolti, per eliminare ogni forma di barriera fisica, economica, sociale, culturale, e mentale.

Il pensiero per cui “includo perché non escludo nessuno in modo intenzionale” non è essere inclusivi.

“Nessuno si considererà accolto, né preso in considerazione, se non lo dici apertamente e pubblicamente.

Per esperienza personale, quando ho iniziato la mia attività da social media manager e consulente strategica di social media marketing, pensavo che i miei primi clienti sarebbero stati neri, ma non è stato così. Pensavo che il solo fatto di essere nera avrebbe creato empatia e mi avrebbe permesso di raggiungere persone come me. Ma non funziona così!

Dal punto di vista del marketing e della comunicazione, essere inclusivi vuol dire avere il coraggio di guardare la propria attività da un altro punto vista:

ripensare ai propri prodotti e servizi, senza necessariamente crearne di nuovi;

ripensare ai clienti identificando le diversità delle persone che hai creduto fino d’ora di non escludere;
rivedere la tua strategia e/o modello di business;
imparare un nuovo modo di scrivere, parlare, rivolgerti al pubblico;
soddisfare il senso di appartenenza di cui tutti hanno bisogno ma che spesso per alcune persone viene meno.

“Niente di ciò che viene fatto per noi senza di noi, è per noi”

Questa frase è la mia forza, ciò che mi rende diversa da molti di coloro che si occupano d’inclusione: le conoscenze che ho accumulato in campo di marketing e D&I non provengono solo dai miei studi e dalle mie certificazioni, ma le ho praticate e vissute in prima persona.

Quando lavoravo come responsabile nel fashion retail, ho sempre cercato di capire come essere inclusiva avendo sempre un occhio di riguardo per le differenze delle persone che servivo.

In quanto donna e persona nera mi interfaccio spesso con l’esclusione.

Un tipico esempio è quando cerco qualcosa ‘color carne’, il famigerato nude. Non trovo mai nulla che corrisponda al colore della mia pelle. Sono sicura che le aziende che producono indumenti intimi, calze, scarpe seguano una strategia ben precisa, che però esclude chi ha il colore di pelle come la mia, e questo è il problema principale:

Mi fanno capire che non mi vedono, non mi ascoltano e non mi prendono in considerazione non solo come persona, ma anche come potenziale cliente.

Quanti cambiamenti hai affrontato nella tua vita e in ambito lavorativo? 
Hai iniziato a comunicare sui social media, hai usato gli strumenti digitali per posizionare il tuo brand e il tuo portfolio sul mercato, hai imparato a gestire la fatturazione elettronica! 
Se pensi alla difficoltà, alle resistenze che hai già incontrato, non penserai solo alla fatica fatta, ma soprattutto al coraggio e all’audacia che hai approntato per cambiare, affidarti, imparare e capire. Hai preso coscienza che le tue energie – che sono pur sempre limitate – possono essere indirizzate solo su ciò che ti è davvero utile, non su ‘ciò che fanno tutti’. 

Perché oggi è così importante essere inclusivi?

Proprio per questo: per canalizzare le tue risorse ed energie a ottenere il giusto impatto,  attraverso i social media e le nuove opportunità del mercato.

I social media sono lo strumento che serve alla tua attività per promuoverti, farti conoscere, attirare e fidelizzare nuovi e vecchi clienti: ti garantiscono, se li usi bene, un buon successo, un’attività in grado di prosperare. In particolare, potrai:

raggiungere più clienti e maggiormente in target, cioè in linea con i valori in cui credi, persone che la pensano come te e hanno una visione del mondo e della società simile alla tua;

mostrare un impegno autentico verso le persone che decidi d’includere. Oltre a dimostrare che ci tieni davvero a loro, migliorerai il modo in cui la tua attività viene percepita;

contribuire a migliorare e cambiare la società creando un reale impatto;

migliorare il tuo guadagno. E sì! Il guadagno vale, ed è reale!

Per farti capire che l’inclusione rappresenta un vantaggio economico, basta pensare a Fenty Beauty: grazie a prodotti e campagne che rappresentano ogni diversità come ricchezza, ha guadagnato milioni (e forse miliardi). Se pensavi che includere volesse dire abbassare i prezzi o perderci, sappi che ti sbagli. Fenty ha ottenuto successo, visibilità, fiducia, stima e guadagni non solo perché guidata da Rihanna e forte della sua disponibilità economica. Ha sbaragliato i concorrenti perché ha preso in considerazione tutte le persone minorizzate, ha dato volto a tutte le persone, ha raccontato le loro storie, è stata audace nel valorizzare nuovi standard di bellezza.

Chi lo dice che per fare grandi cose si debbano avere grandi quantità di soldi.

Sono le piccole cose che fanno la differenza.

Essere inclusivi per me vuol dire avere coraggio, e l’audacia del cambiamento è decidere di voler essere parte concreta di un cambiamento oggi necessario, senza che questo voglia dire rinunciare all’aspetto economico – assolutamente centrale per ogni attività di business.

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